FONTE: www.fondazioneserono.org
La reumatologa Francesca Ingegnoli, nella terza parte dell’intervista sulla sclerosi sistemica spiega quali sono i problemi relativi alla malattia che attendono soluzioni adeguate e quali le prospettive future per la sua cura.
La diagnosi precoce è il primo dei problemi illustrati da Francesca Ingegnoli. Il fenomeno di Raynaud, che nella maggioranza dei casi è il sintomo di esordio della sclerosi sistemica viene sottovalutato e non indirizza verso l’esecuzione di quegli esami, come la capillaroscopia, che permetterebbero di arrivare rapidamente alla diagnosi.
Alla sottovalutazione di questo sintomo di allarme può contribuire anche il malato stesso che, per un certo tempo, non gli attribuisce il peso che merita. Un’altra problematica che influenza negativamente il percorso di diagnosi di cura, e con esso la vita stessa dei malati, è che gli esami che servono a formulare la diagnosi di sclerosi sistemica si eseguono in pochi Centri specialistici. Le attese prolungate per sottoporsi a queste valutazioni in certi casi rallentano la prima definizione diagnostica e rendono più difficili anche i controlli periodici ai quali si devono sottoporre i malati.
D’altra parte, solo in Centri con un adeguato livello di specializzazione si possono trovare reumatologi esperti nella gestione della sclerosi sistemica e quell’approccio multidisciplinare che permette di affrontare le diverse alterazioni a carico di organi e apparati che la patologia provoca.
Circa le cure che sono in sviluppo, l’intervistata riporta che ci sono molte ricerche in corso su farmaci che hanno l’obiettivo di contrastare la fibrosi della parete dei vasi e, in questo modo, di rimodellare il sistema vascolare danneggiato dalla sclerosi sistemica. La speranza è che questi prodotti possano, quantomeno, bloccare il meccanismo di danno, ma la disponibilità di farmaci in grado di sviluppare tali effetti renderà ancora più cruciale la diagnosi precoce della malattia.