L’agenzia AGID in audizione, in commissione parlamentare semplificazione, in merito all’accesso dei cittadini ai servizi erogati dal Servizio sanitario nazionale, sostiene che
vanno coinvolti di più i medici di medicina generale e i pediatri in modo che possano inserire nel fascicolo sanitario elettronico le informazioni dei propri assistiti, collegando questo agli indicatori di performance e “solo la metà dei medici di medicina generale e pediatri lo utilizzano effettivamente”.
Inoltre l’Agid sostiene che è necessario aggiornare ancora i sistemi informativi.
Fascicolo sanitario elettronico. Agenzia Digitale: “Coinvolgere di più medici di famiglia e pediatri”
È quanto ha sostenuto l’Agid durante la sua audizione in commissione parlamentare Semplificazione, in merito all’accesso dei cittadini ai servizi erogati dal Ssn. “In parecchie Regioni sono obsoleti dal punto di vista dell’hardware e del software e non sempre la connettività è sufficiente per scambiare informazioni fondamentali perché si tratta di file molto pesanti”.
29 LUG – I rappresentanti dell’Agenzia per l’Italia digitale sono andati in Audizione, in commissione parlamentare Semplificazione, in merito all’accesso dei cittadini ai servizi erogati dal Servizio sanitario nazionale.
Secondo l’Agid vanno coinvolti di più i medici di medicina generale e i pediatri in modo che possano inserire nel fascicolo sanitario elettronico le informazioni dei propri assistiti, collegando questo agli indicatori di performance e “solo la metà dei medici di medicina generale e pediatri lo utilizzano effettivamente”.
Sempre secondo Agid è necessario aggiornare ancora i sistemi informativi sanitari: “in parecchie Regioni sono obsoleti dal punto di vista dell’hardware e del software e non sempre la connettività è sufficiente per scambiare informazioni fondamentali perché si tratta di file molto pesanti”.
Gli standard sono utili perché consentiranno di utilizzare il fascicolo sanitario “non solo come contenitore di documenti ma anche per estrarne i dati che potranno essere usati dal mondo della ricerca e dai professionisti sanitari per fare le analisi a riguardo”.
Di tutto ciò ne potrà beneficiare la stessa programmazione sanitaria e la ricerca scientifica ed epidemiologica, anche per “valutare la qualità delle cure somministrate”.
FONTE: quotidiano sanità