Le patologie rientranti nel gruppo delle malattie neurodegenerative sono diverse e, per molte di esse, le cause di insorgenza sono ancora poco chiare.
Ad ogni modo, si ritiene che nello sviluppo delle malattie neurodegenerative vi sia il coinvolgimento di più fattori, che concorrono l’uno con l’altro nel dare origine alla patologia. Fra questi fattori, spiccano certamente quelli di origine genetica ed ereditaria, e quelli di tipo ambientale.
Le malattie neurodegenerative possono manifestarsi in diverse modalità, a seconda dell’area del cervello interessata dalla perdita neuronale e a seconda del tipo di neuroni che vengono colpiti.
Tuttavia, generalmente, tutte queste patologie presentano tre punti in comune:
- Esordio subdolo e insidioso, poiché nella maggior parte dei casi l’inizio della malattia è asintomatico e i sintomi si manifestano solo in seguito, quando il danno neuronale è piuttosto esteso;
- Progressione irreversibile, poiché, purtroppo, ancora oggi non esistono cure in grado di arrestare definitivamente le malattie neurodegenerative;
- Trattamento puramente sintomatico.
Fra le malattie neurodegenerative più conosciute, ricordiamo:
- Morbo di Parkinson;
- Morbo di Alzheimer;
- Sclerosi laterale amiotrofica;
- Corea di Huntington;
- Demenze.
Di seguito, verranno brevemente illustrate le principali caratteristiche delle suddette patologie.
Morbo di Parkinson
Il morbo di Parkinson è una delle malattie neurodegenerative maggiormente conosciute.
Questa patologia si caratterizza per la degenerazione dei neuroni localizzati nella substantia nigra (sostanza nera) del cervello. Più nel dettaglio, tale degenerazione determina una compromissione della capacità di movimento, dando origine a sintomi, quali:
- Tremore a riposo;
- Bradicinesia;
- Alterazione del bilanciamento posturale;
- Rigidità muscolare.
Nei pazienti malati di morbo di Parkinson si riscontra una carenza del neurotrasmettitore dopamina; per tale ragione, fra i principi attivi maggiormente impiegati nel trattamento di questa malattianeurodegenerativa, vi sono:
- Precursori della dopamina, come la levodopa;
- Agonisti dopaminergici, come il pramipexolo;
- Inibitori delle monoamino ossidasi, come la selegilina;
- Inibitori della catecol-O-metil transferasi, come l’entacapone e il tolcapone.
Morbo di Alzheimer
Il morbo di Alzheimer è un’altra delle malattie neurodegenerative maggiormente conosciute.
È caratterizzata dall’accumulo anomalo di proteine, come la β-amiloide, che forma delle placche a livello cerebrale, e la proteina tau, che causa la formazione di aggregati neurofibrillari.
La perdita neuronale che caratterizza il morbo di Alzheimer provoca gravi alterazioni delle funzionalità cognitive e, in particolar modo, incide sulla memoria a breve termine, sulla capacità di apprendimento e sulla sfera affettiva del paziente.
I principali farmaci impiegati nella cura del morbo di Alzheimer, sono:
- Gli inibitori delle acetilcolinesterasi, come il donepezil e la rivastigmina;
- La memantina (un antagonista non competitivo per il recettore del glutammato, un neurotrasmettitore che si ritiene sia coinvolto nel danno neuronale che caratterizza il morbo di Alzheimer);
- Vitamine ad azione antiossidante (come la vitamina E), che possono essere efficaci nel contrastare lo stress ossidativo che si genera a livello neuronale nei pazienti malati di Alzheimer.
- Sclerosi laterale amiotrofica
Questi neuroni controllano i muscoli; pertanto, un loro danneggiamento può compromettere seriamente tutti i movimenti (inclusa la respirazione), dando origine a sintomi come: difficoltà di deambulazione, difficoltà a deglutire, difficoltà del linguaggio, dispnea e fiato corto, fino ad arrivare all’insufficienza respiratoria.
Attualmente, l’unico principio attivo approvato per il trattamento della SLA è il riluzolo. Questo farmaco agisce riducendo il rilascio di glutammato nel cervello e nel midollo spinale. Infatti, si ritiene che questo particolare neurotrasmettitore possa essere coinvolto nella degenerazione dei neuroni motori che caratterizza questo tipo di malattia neurodegenerativa.
Corea di Huntington
La corea di Huntington è una malattia neurodegenerativa ereditaria.
La malattia in questione insorge a causa della trasmissione di un gene mutato che codifica per la proteina huntingtina (o HTT). La proteina codificata da tale gene, pertanto, risulta mutata e – anche se non si conoscono esattamente i meccanismi con cui ciò avviene – pare sia la responsabile della degenerazione dei neuroni del nucleo caudato che caratterizza questa malattia.
Nei pazienti affetti da malattia di Huntington sono fortemente compromesse le capacità cognitive e motorie. Tale compromissione porta a sintomi quali: cambiamenti d’umore, perdita di memoria, depressione, difficoltà di deambulazione, del linguaggio e della deglutizione.
Fra i diversi farmaci impiegati nel trattamento sintomatico di questa malattia neurodegenerativa, ricordiamo: i farmaci anti-Parkinson, gli antipsicotici e gli antidepressivi.
Demenze
Le demenze sono un gruppo di malattie neurodegenerative tipiche – ma non esclusive – dell’età avanzata. In questo tipo di patologie, il paziente va incontro a un danno neuronale, che porta a un declino delle funzioni cognitive.
Esistono diversi tipi di demenze e il morbo di Alzheimer rappresenta una di queste. Fra le altre forme di demenza maggiormente diffuse, ricordiamo:
La sintomatologia della demenza varia in funzione dell’area di cervello in cui si verifica il danno neuronale, quindi, dipende dal tipo di demenza che ha colpito il paziente. In maniera analoga, anche il tipo di trattamento (comunque sintomatico) dipenderà dalla forma di demenza di cui il paziente soffre.
FONTE my personal trainer